Storia del Caffè
Origini Leggendarie
La storia del caffé nasce in Oriente addirittura quattrocento anni prima della nascita di Cristo. Le leggende si contraddicono e si sovrappongono. Quella più diffusa racconta che un pastore dello Yemen notò come i suoi cammelli e le sue pecore, se si avvicinavano e brucavano certe particolari bacche, restavano eccitati per tutto il giorno fino a notte. Il pastore, di nome Kaldi, raccontò questa sua esperienza a certi monaci del Monastero Chehodet, i quali si incuriosirono e cercarono di capire i motivi del fenomeno. Alla fine convennero con le conclusioni del pastorello, ed usarono quelle bacche per restare svegli più a lungo, in modo di poter pregare meglio.
La seconda leggenda racconta che la bevanda arrivò direttamente dal cielo. Il profeta Maometto, un giorno, era particolarmente stanco. E si rivolse in preghiera ad Allah affinché gli desse la forza per continuare le sue peregrinazioni. Per tutta risposta il Profeta ricevette questa bevanda scura “come la sacra pietra della Mecca”; la bevve e si rianimò all’istante. Quella bevanda si chiamava “qawa”.
Di storie analoghe ve ne sono parecchie: sapete, ad esempio, perché la Moka si chiama così? Era il nome di una città mediorientale meta del viaggio di uno sceicco, Alì Ben Omar, che, sopraffatto dalla stanchezza, ricevette in regalo da un uccello, alcune bacche da cui trarre un infuso. Il caffé, appunto.
Un’altra storia racconta come un incredibile incendio, sviluppatosi in una regione interna dell’Abissinia, avesse bruciato migliaia e migliaia di queste bacche, diffondendo l’incredibile aroma del caffé appena tostato. Ai poveri contadini, per la fame, non restò altro che tentare di utilizzare in qualche modo i resti di quell’incendio, scoprendo, per puro caso, la tostatura dei chicchi del caffé. Fu la loro e la nostra fortuna di odierni consumatori. Anche l’arrivo della preziosa polvere nel vecchio continente ha un qualcosa di leggendario e fantastico.
Nel XV secolo la conoscenza della bevanda a base di caffè si estese fino a Damasco, al Cairo per arrivare infine ad Istanbul, dove il suo consumo avveniva nei luoghi d’incontro dell’epoca.
I primi a descrivere in Europa la pianta di caffè furono: in Germania il botanico Léonard Rauwolf, in un libro pubblicato nel 1583 e in Italia, il marosticense Prospero Alpini, nel suo libro De Medicina AEgyptiorum datato 1591. Nella rappresentazione di Prospero Alpini mancano però le bacche della pianta di caffè, che furono descritte in Europa solo nel 1605 da Charles de L’Écluse, direttore allora del giardino botanico di Vienna. Per i suoi rapporti commerciali in Vicino Oriente, Venezia fu la prima a far uso del caffè in Italia, forse fin dal XVI secolo; ma le prime botteghe del caffè furono aperte solo nel 1645. Nel 1700 d.C. il caffè è diffuso in tutta Europa. Si esporta la pianta nelle colonie.
Fu Carlo Linneo, botanico svedese a cui si deve la diffusione del sistema di classificazione degli organismi in genere e specie, a proporre per primo il genere Coffea nel 1737.